Un pratico decalogo per la gestione dell’ansia
FONTE: https://wsimag.com/it/benessere/61856-ansia-e-memoria-attenti-a-quelle-due
Sei un tipo ansioso?
Quante volte un medico o anche un amico o un familiare ci ha posto questa domanda di fronte ai sintomi più disparati?
L’abitudine di attribuire sintomi all’ansia è molto consolidata e spesso ha conseguenze deleterie perché ritarda una diagnosi corretta, ma la memoria in tal senso costituisce una piccola eccezione. L’ansia e i disturbi ad essa correlati sono tra le cause più frequenti di disturbi di memoria. La memoria si regge sull’attenzione, se l’attenzione è consumata da paure, allarmismi, apprensioni etc. la memoria inizia a cedere. Imparare a gestire e a fronteggiare l’ansia può avere delle conseguenze inaspettate sul nostro benessere cognitivo. Per guidarci su questa strada abbiamo pensato di scrivere un pratico decalogo, qui di seguito troverete i primi cinque punti per cominciare a esercitarsi. I secondi cinque punti saranno oggetto di una pubblicazione successiva, quando sarete diventati più “esperti”.
L’ansia è un fenomeno importante per la nostra sopravvivenza. Potremmo descriverla come uno stato di attenzione della mente che permette di attivare le risorse che abbiamo a disposizione nel modo più rapido ed efficace possibile per raggiungere il nostro obiettivo in reazione a uno stimolo esterno. Se l’ansia esiste è perché il nostro DNA ha reputato utile la sua presenza durante l’evoluzione. Proviamo a vederla sotto quest’ottica e sicuramente la sua presenza ci infastidirà in misura minore.
I sintomi attraverso i quali si manifesta l’ansia sono quasi sempre fisici (difficoltà nella respirazione, tachicardia, capogiri, dolori e contratture muscolari, mal di stomaco etc.) e possono essere percepiti come un rischio per la salute. È importante sapere e ricordare in quei momenti che non vi è alcun rischio medico associato all’ansia. La sensazione di stare subendo un infarto o un ictus o addirittura di impazzire è una semplice “sensazione” che non ha un corrispettivo nella realtà.
Il nostro cervello è strutturato per creare equilibrio, ogni volta che subisce uno stress o un trauma tende naturalmente a ripristinare l’equilibrio precedente quindi: l’ansia viene all’improvviso e va via gradualmente anche se non facciamo nulla. La prossima volta che sentirai una sensazione fastidiosa riconducibile all’ansia semplicemente aspetta e distraiti, vedrai che sparirà da sola.
Tanto più daremo attenzione alle sensazioni spiacevoli che proviamo, tanto più quelle torneranno più forti e durature. Visto che abbiamo capito che non corriamo alcun pericolo, impariamo a “sopportare”. I sintomi si affievoliranno e noi saremo più leggeri nella nostra quotidianità.
La respirazione è la “prima medicina” di cui disponiamo, ma della quale ben raramente ci si ricorda. Respirare bene permette di valorizzare le nostre migliori facoltà. A tutti è capitato di vedere il nostro cane, gatto o qualunque altro animale mentre dorme. Ci accorgiamo del suo respiro soltanto perché vediamo gonfiarsi la sua pancia: quella è la “respirazione diaframmatica”, la respirazione del riposo, del benessere. Quando gli animali hanno bisogno di più energia perché devono procacciarsi il cibo o semplicemente fuggire da un potenziale pericolo iniziano a respirare gonfiando il torace. Questa respirazione è quella che erroneamente l’essere umano utilizza più frequentemente nella sua quotidianità, forse perché ritiene di avere sempre bisogno del massimo possibile di energia.
Gli effetti a lungo termine di una respirazione scorretta sono estremamente nocivi per la salute fisica e soprattutto mentale. Appoggiate la vostra mano come guida sulla pancia e sforzatevi di gonfiarla al posto del torace mentre respirate. Ripetete più volte al giorno l’esercizio, soprattutto nei momenti che avvertite come fastidiosi. Spesso questo è sufficiente a superare ciò che vi sembra emotivamente arduo.
L’ansia, come tutti i disturbi psicologici, è alimentata da pensieri e rappresentazioni mentali. Se passo la mia giornata a ripetermi: “Non ce la faccio”, “È troppo”, “Ho paura”, la mente sarà condizionata a sviluppare reazioni emotive fastidiose. Lavora sul tuo autodialogo, inizia a dirti: “Ce la posso fare”, “È alla mia portata”, “Non ho motivo di avere paura”. L’ansia può in qualunque momento essere trasformata in un’esperienza che sei in grado di affrontare.
Un problema che si trovano sovente ad affrontare le persone che soffrono di ansia è la solitudine. La malattia psicologica spesso ostracizza, ci fa sentire diversi da tutto e da tutti. Dovete sapere che l’ansia è un fenomeno talmente comune che è il termine di pertinenza psicologica in assoluto più cercato sul web! Ricordiamoci sempre che tutti soffrono o hanno sofferto almeno una volta di ansia nella loro vita. Non siamo soli.
Rispetto ai disturbi fisici, come malattie cardiache, disturbi del metabolismo o tumori, solo per citarne alcuni, i disturbi mentali come l’ansia generano idee distorte e pregiudizi inerenti la sfera della debolezza/fragilità che portano le persone a vergognarsi della propria condizione emotiva fino a fare di tutto per nascondere ciò di cui soffrono. La prostrazione che ne consegue e gli sforzi emotivi che la seguono aggravano il senso di impotenza e isolamento, logorando ulteriormente la nostra memoria.
Chi è ansioso è letteralmente affamato di emozioni positive quindi… perchè non concedersele! Riappropriatevi della vostra vita, dei vostri interessi, delle persone che amate e con cui state bene. Il vostro cervello ve ne sarà grato e vi ricambierà!
È sempre bene avere un qualcosa a livello mentale da poter utilizzare al bisogno nei momenti più difficili. Se stiamo vivendo una sensazione spiacevole, cerchiamo subito di bilanciare la nostra emotività con un’immagine o un pensiero per noi estremamente piacevole e rilassante. La mente sceglie sempre per il meglio e piano piano si orienterà verso quello che per noi è più piacevole.
In conclusione ci tengo a sottolineare che non esiste il farmaco perfetto per il benessere emotivo! La filosofia, la psicoanalisi, la scienza, la religione disquisiscono da sempre su ciò che è bene e male per l’essere umano. Le neuroscienze hanno fatto luce sui meccanismi dell’ansia, della depressione e perfino di emozioni complesse come l’innamoramento o il piacere di fronte a un’opera d’arte, ma il benessere emotivo non si esaurisce nella chimica: la complessità della vita umana non può essere ridotta a pure alchimie!
Mantenetevi sempre in contatto con il vostro vissuto emotivo puro, senza edulcorarlo o soffocarlo, ma imparando a gestirlo. Questo è senz’altro il miglior meccanismo di sopravvivenza applicabile. Questo decalogo potrà aiutarvi a diventare voi stessi bussola delle vostre emozioni, affinché non si perda il contatto con se stessi, in primis, e con gli altri.